ARTROSI
DEFINIZIONE
L'artrosi, nota anche come osteoartrosi o meno correttamente osteoartrite, è una patologia cronica di tipo degenerativo che interessa prevalentemente le articolazioni mobili (diartrosi).
È caratterizzata dalla progressiva distruzione della cartilagine articolare, un tessuto elastico, liscio e privo di vasi sanguigni, situato sulle superfici articolari delle ossa.
La cartilagine ha la funzione di ridurre l'attrito tra i capi ossei durante il movimento e di ammortizzare i carichi meccanici, distribuendoli in modo uniforme. La perdita di cartilagine altera l'equilibrio biomeccanico dell'articolazione, causando:
  • Dolore articolare: Il sintomo principale, inizialmente episodico e legato al movimento, che può diventare costante con la progressione della malattia.
  • Rigidità: Specialmente al mattino o dopo periodi prolungati di inattività.
  • Limitazione funzionale: Riduzione progressiva della capacità di movimento articolare.
Con l'avanzare della malattia, si verificano ulteriori cambiamenti strutturali:
  • Ispessimento dell'osso subcondrale: La parte dell'osso situata sotto la cartilagine si addensa per adattarsi al carico, contribuendo al dolore e alla rigidità.
  • Formazione di osteofiti: Escrescenze ossee anomale che si sviluppano ai margini delle articolazioni come tentativo di compensare la perdita di stabilità.
  • Sinovite secondaria: Sebbene l'artrosi non sia considerata una malattia infiammatoria primaria, l'infiammazione della membrana sinoviale può insorgere come conseguenza del processo degenerativo, specialmente nelle fasi avanzate.
ETIOLOGIA (CAUSE)
L'artrosi è una malattia multifattoriale, causata da una combinazione di fattori predisponenti (che aumentano il rischio) e scatenanti (che agiscono direttamente sulle articolazioni).
La malattia non è il risultato di una singola causa, ma rappresenta l'interazione di molteplici condizioni che influenzano la salute articolare.
Fattori predisponenti
1. Età avanzata
La prevalenza dell'artrosi aumenta con l'età, poiché la cartilagine articolare diventa meno elastica e resistente. Le alterazioni legate all'invecchiamento includono una riduzione della capacità rigenerativa dei condrociti e una perdita di acqua nella matrice cartilaginea. Questo porta a una maggiore vulnerabilità alle sollecitazioni meccaniche.
2. Obesità
L'eccesso di peso corporeo rappresenta un fattore di rischio importante, in particolare per le articolazioni portanti come ginocchia, anche e colonna lombare. Ogni chilo in più aumenta notevolmente il carico articolare, accelerando il deterioramento della cartilagine. L'obesità influisce anche attraverso processi infiammatori sistemici mediati da adipochine, molecole pro-infiammatorie prodotte dal tessuto adiposo.
3. Ereditarietà e fattori genetici
La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo. L'artrosi delle mani, ad esempio, mostra una componente ereditaria evidente. Malattie genetiche, come la sindrome di Ehlers-Danlos e la sindrome di Marfan, alterano la stabilità delle articolazioni e aumentano il rischio di degenerazione.
4. Fattori metabolici
Malattie come il diabete mellito e la gotta predispongono all'artrosi. Il diabete mellito influisce negativamente sulla salute articolare attraverso alterazioni del metabolismo cartilagineo e l'infiammazione cronica. La gotta, causata dall'accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, può accelerare il processo degenerativo.
5. Malformazioni e anomalie strutturali
Deformità congenite o acquisite, come il ginocchio varo o valgo, disallineamenti ossei o anomalie posturali, aumentano il carico meccanico su specifiche aree dell'articolazione, favorendo l'usura della cartilagine.
Fattori scatenanti
1. Traumi e microtraumi
Gli infortuni alle articolazioni, come fratture, lussazioni o rotture di legamenti, sono spesso associati all'insorgenza di artrosi secondaria. Anche i microtraumi ripetuti legati a lavori fisici pesanti o sport ad alto impatto (calcio, tennis) contribuiscono all'usura articolare.
2. Infiammazione cronica
Sebbene l'artrosi non sia una malattia infiammatoria primaria, condizioni come l'artrite reumatoide possono danneggiare la cartilagine e aumentare la vulnerabilità delle articolazioni. L'infiammazione cronica locale o sistemica aggrava il processo degenerativo.
3. Uso eccessivo delle articolazioni
Attività professionali o sportive che richiedono movimenti ripetitivi o sforzi intensi sulle articolazioni (es. minatori, atleti professionisti) accelerano la degenerazione cartilaginea. Nei calciatori, per esempio, è frequente l'artrosi del ginocchio, mentre nei tennisti si osserva spesso una compromissione delle spalle.
PROCESSI MULTIFATTORIALI
L'artrosi si sviluppa quando lo stato di equilibrio articolare viene alterato. Questo equilibrio dipende da un'interazione armoniosa tra carico articolare (stress meccanico) e integrità della cartilagine. La malattia si manifesta quando:
  • Il carico articolare aumenta: Sovrappeso, traumi o disallineamenti articolari.
  • La resistenza della cartilagine diminuisce: Età, infiammazioni o disordini metabolici.
Fisiopatologia dell'Artrosi
L'artrosi è una malattia complessa che deriva da un equilibrio alterato tra i processi di degradazione e sintesi della cartilagine articolare, dell'osso subcondrale e dei tessuti molli circostanti.
Questo processo degenerativo è caratterizzato da un'interazione di fattori meccanici, biochimici e cellulari, che si influenzano reciprocamente.

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Degenerazione progressiva
Perdita totale della cartilagine, dolore cronico, deformità articolari, limitazione della mobilità
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Formazione di osteofiti
Escrescenze ossee ai margini dell'articolazione, limitazione dei movimenti
3
Ispessimento dell'osso subcondrale
Sclerosi ossea, microfratture, riduzione della funzione ammortizzante
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Infiammazione della membrana sinoviale
Sinovite secondaria, accumulo di liquido sinoviale, danno amplificato
5
Alterazione della cartilagine articolare
Perdita di elasticità, danno ai condrociti, rilascio di enzimi degradativi
Alterazione della cartilagine articolare
La cartilagine articolare è un tessuto elastico e resistente che consente un movimento fluido tra le ossa e distribuisce i carichi meccanici. Nell'artrosi, la cartilagine subisce un progressivo deterioramento:
  • Perdita di elasticità: La cartilagine diventa fragile e meno in grado di assorbire gli shock meccanici.
  • Danno ai condrociti: I condrociti, le uniche cellule della cartilagine, cercano di riparare il danno producendo nuove fibre di collagene. Tuttavia, queste fibre sono disorganizzate e di scarsa qualità.
  • Rilascio di enzimi degradativi: I condrociti attivati rilasciano metalloproteinasi e altre proteasi, che distruggono il collagene e i proteoglicani, componenti chiave della matrice cartilaginea.
  • Effetto a cascata: La perdita di integrità della matrice cartilaginea altera la capacità del tessuto di sostenere carichi, accelerando ulteriormente il danno.
Infiammazione della membrana sinoviale
  • Sinovite secondaria: Sebbene l'artrosi non sia una malattia infiammatoria primaria, la degradazione della cartilagine libera frammenti che attivano la membrana sinoviale. Questo processo provoca una risposta infiammatoria, con rilascio di citochine pro-infiammatorie (es. IL-1, TNF-α).
  • Accumulo di liquido sinoviale: L'infiammazione può causare un aumento della produzione di liquido sinoviale, portando a gonfiore articolare.
  • Danno amplificato: L'infiammazione perpetua il ciclo degenerativo, aggravando il danno cartilagineo e osseo.
Ispessimento dell'osso subcondrale
L'osso subcondrale, situato sotto la cartilagine, svolge un ruolo cruciale nel supporto articolare. Nell'artrosi:
  • Sclerosi ossea: L'osso diventa più denso e rigido per adattarsi all'aumentato carico meccanico, perdendo elasticità.
  • Microfratture: L'eccessivo carico meccanico porta alla formazione di microfratture, che contribuiscono al dolore e alla progressione della malattia.
  • Riduzione della funzione ammortizzante: La mancanza di elasticità altera la distribuzione del carico, accelerando il danno.
Formazione di osteofiti
  • Osteofiti: Sono escrescenze ossee che si sviluppano ai margini dell'articolazione come tentativo di compensare l'instabilità meccanica.
  • Effetti clinici: Gli osteofiti possono limitare i movimenti articolari, causare dolore durante il movimento e deformare visibilmente l'articolazione.
  • Tentativo di riparazione: Sebbene gli osteofiti rappresentino un meccanismo compensatorio, contribuiscono a peggiorare la disfunzione articolare.
Degenerazione progressiva
  • Perdita totale della cartilagine: Negli stadi avanzati, la cartilagine è completamente distrutta, lasciando l'osso subcondrale esposto.
  • Dolore cronico: L'attrito tra le superfici ossee provoca dolore persistente e infiammazione.
  • Deformità articolari: Le alterazioni strutturali portano a deviazioni assiali (es. ginocchio varo o valgo) e perdita di funzionalità.
  • Limitazione della mobilità: La degenerazione articolare causa rigidità e blocco articolare, rendendo difficili le attività quotidiane.
PROCESSO COMPLESSIVO
Il ciclo patologico dell'artrosi può essere riassunto in quattro fasi principali:
  1. Lesione iniziale della cartilagine: Causata da fattori meccanici, biochimici o traumatici.
  1. Attivazione dei condrociti e risposta infiammatoria: I condrociti rilasciano enzimi degradativi; la sinovia si infiamma, perpetuando il danno.
  1. Modifiche dell'osso subcondrale: Sclerosi, microfratture e formazione di osteofiti peggiorano il quadro clinico.
  1. Degenerazione irreversibile: La perdita totale di cartilagine e le alterazioni ossee portano a dolore cronico e disabilità.
EPIDEMIOLOGIA: INCIDENZA - PREVALENZA
L'artrosi è la patologia articolare più comune al mondo e rappresenta una delle principali cause di dolore cronico e disabilità, soprattutto nella popolazione anziana.
Con l'avanzare dell'età, il rischio di sviluppare l'artrosi aumenta notevolmente. Inoltre, fattori come un'attività fisica eccessiva o uno stile di vita sedentario, sovrappeso e traumi pregressi possono contribuire all'insorgenza della malattia. Anche la predisposizione genetica svolge un ruolo importante nella suscettibilità all'artrosi.
I cambiamenti strutturali che caratterizzano l'artrosi sono molteplici e coinvolgono diversi componenti dell'articolazione, come la cartilagine, la membrana sinoviale e l'osso subcondrale. Questi processi patologici si sviluppano gradualmente, portando a una progressiva degenerazione dell'articolazione e all'insorgenza di sintomi come dolore, rigidità e limitazione funzionale.
La corretta diagnosi e il trattamento tempestivo sono fondamentali per migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre i costi sanitari associati a questa patologia.
Incidenza
L'artrosi colpisce oltre il 15% della popolazione adulta globale e in modo particolare i paesi maggiormente sviluppati, dove gli stili di vita sedentari o obesogeni sono comuni.
È la causa principale di dolore cronico articolare nelle persone anziane e la principale malattia articolare degenerativa.
Prevalenza
  • La prevalenza dell'artrosi aumenta significativamente con l'età:
  • Circa il 70-80% delle persone sopra i 65 anni presenta segni radiologici di artrosi, anche se non tutti sono sintomatici.
  • È considerata quasi universale nei settantenni, con manifestazioni cliniche più evidenti nei soggetti con fattori di rischio concomitanti (es. obesità, traumi articolari).
  • La malattia può colpire anche soggetti più giovani, specialmente in caso di predisposizione genetica, traumi o anomalie strutturali.
Distribuzione per sesso
1
Uomini sotto i 45 anni:
L'artrosi è più comune a questa età negli uomini, spesso in associazione a traumi sportivi, lavorativi o accidentali.
2
Donne sopra i 45 anni:
Dopo questa soglia, la prevalenza dell'artrosi aumenta significativamente nel sesso femminile, specialmente in corrispondenza della menopausa. Questo aumento è attribuibile a:
  • Cambiamenti ormonali (es. riduzione degli estrogeni) che alterano il metabolismo della cartilagine.
  • Maggiore frequenza di obesità nelle donne, che amplifica il carico sulle articolazioni portanti.
3
Articolazioni più frequentemente colpite nei due sessi:
  • Negli uomini: Anche e colonna vertebrale.
  • Nelle donne: Mani, ginocchia e articolazioni periferiche.
Fattori predisponenti
La presenza di specifici fattori aumenta il rischio di sviluppare artrosi, soprattutto nelle articolazioni più sollecitate:
1
Età avanzata:
Il principale fattore di rischio. La degenerazione cartilaginea è un processo fisiologico, ma viene accelerato da altri fattori concomitanti.
2
Obesità:
Il sovrappeso aumenta il carico sulle articolazioni portanti (ginocchia, anche, colonna vertebrale) e favorisce l'infiammazione cronica sistemica.
3
Traumi articolari e microtraumi ripetuti:
Possono derivare da attività sportive ad alto impatto (es. calcio, rugby, tennis) o da lavori manuali intensi.
4
Sesso:
Le donne, soprattutto dopo la menopausa, hanno un rischio maggiore.
5
Predisposizione genetica:
Fattori ereditari giocano un ruolo importante nell'artrosi delle mani e in alcuni tipi di artrosi secondaria.
6
Anomalie strutturali:
Deformità articolari congenite o acquisite aumentano il rischio di usura precoce.
Distribuzione geografica
Europa e Nord America
Tassi più elevati, con una prevalenza del 30-40% nelle persone sopra i 65 anni. Particolarmente comune in:
  • Paesi nordici (maggiore incidenza di obesità)
  • Regioni industrializzate (stile di vita sedentario)
  • Zone urbane (minore attività fisica)
Asia
Tassi variabili con significative differenze regionali:
  • Giappone: prevalenza minore nelle zone rurali (dieta tradizionale e stile di vita attivo)
  • Cina urbana: aumento significativo negli ultimi 20 anni (occidentalizzazione dello stile di vita)
Sud-est asiatico
Tassi inferiori ma in crescita
Africa e Sud America
Prevalenza generalmente più bassa (15-20% negli over 65), ma con tendenza all'aumento nelle aree urbane dove:
  • L'obesità è in crescita
  • Lo stile di vita è più sedentario
  • L'aspettativa di vita è maggiore
Fattori geografici specifici
  • Climi freddi e umidi: maggiore sintomatologia
  • Zone costiere: sintomi spesso meno severi
  • Aree montane: maggiore incidenza di artrosi del ginocchio per il terreno accidentato
ASPETTI CLINICI
L'artrosi presenta un quadro clinico variabile, che dipende dalla gravità della malattia, dall'articolazione coinvolta e dalla fase del processo degenerativo. I sintomi possono progredire lentamente, con periodi alterni di peggioramento e stabilità. Gli aspetti clinici principali includono dolore, rigidità, limitazione funzionale, deformità articolari e segni specifici come i crepitii articolari.
1. Dolore
  • Fase iniziale: Il dolore è lieve, intermittente e si manifesta principalmente durante o subito dopo l'attività fisica. È localizzato nell'articolazione interessata e tende a scomparire con il riposo.
  • Fase intermedia: Il dolore diventa più persistente e può comparire anche dopo attività leggere. Spesso è correlato a sforzi meccanici o al cambio delle condizioni meteorologiche (es. umidità, freddo).
  • Fase avanzata: Il dolore è costante, presente anche a riposo e di intensità maggiore. Può irradiarsi nelle aree circostanti, compromettendo la qualità della vita e disturbando il sonno.
2. Rigidità
La rigidità è un sintomo tipico, particolarmente evidente:
  • Al mattino: Dura generalmente meno di 30 minuti e migliora con il movimento.
  • Dopo inattività prolungata: Come restare seduti o immobili per diverse ore.
  • La rigidità è causata da una combinazione di alterazioni meccaniche (perdita di elasticità della cartilagine) e infiammazione della membrana sinoviale.
3. Limitazione funzionale
  • Progressiva riduzione dei movimenti articolari: La perdita di cartilagine e la formazione di osteofiti compromettono l'ampiezza del movimento.
  • Compromissione delle attività quotidiane: Le attività semplici come inginocchiarsi, salire le scale o vestirsi possono diventare difficili o impossibili.
  • Contrattura muscolare: Si manifesta come una risposta al dolore e contribuisce ulteriormente alla rigidità.
4. Deformità articolari
Le deformità articolari sono più evidenti nelle fasi avanzate e includono:
  • Noduli di Heberden: Protuberanze ossee a livello delle articolazioni interfalangee distali (dita delle mani).
  • Noduli di Bouchard: Deformità simili a livello delle articolazioni interfalangee prossimali.
  • Varismo o valgismo del ginocchio: Deformità assiali dovute all'usura asimmetrica della cartilagine, con deviazione verso l'esterno (ginocchio valgo) o verso l'interno (ginocchio varo).
  • Queste deformità possono essere dolorose, limitare ulteriormente la mobilità e avere un impatto estetico significativo.
5. Crepitii articolari
  • Sensazione di attrito o scroscio: I pazienti spesso riferiscono una sensazione di "scricchiolio" durante il movimento. Questo è causato dall'incongruenza tra le superfici articolari, dovuta alla perdita di cartilagine e alla presenza di osteofiti.
  • I crepitii sono più evidenti nei movimenti di flessione-estensione (es. ginocchia) o rotazione (es. anche)
6. Tumefazione e calore locale (meno frequenti)
  • Tumefazione: Sebbene non comune nell'artrosi primaria, può essere presente nelle fasi acute o in caso di sinovite secondaria.
  • Calore locale: Indica infiammazione associata, spesso limitata a episodi di riacutizzazione.
7. Localizzazioni specifiche
Le manifestazioni cliniche variano a seconda dell'articolazione coinvolta:
  • Mani: Noduli ossei, rigidità e riduzione della destrezza manuale. Le deformità delle dita possono essere bilaterali e simmetriche.
  • Ginocchia: Dolore durante l'uso (camminare, inginocchiarsi), instabilità, crepitii e deformità.
  • Anche: Dolore localizzato all'inguine o irradiato alla coscia, limitazione della rotazione e dell'abduzione.
  • Colonna vertebrale: Dolore cervicale o lombare, spesso associato a rigidità. Compressione delle radici nervose (es. sciatica) può provocare dolore irradiato e deficit neurologici.
EVOLUZIONE CLINICA
Gli aspetti clinici evolvono gradualmente:
1
Fase iniziale
Dolore lieve, rigidità mattutina, assenza di deformità visibili.
2
Fase intermedia
Dolore più persistente, limitazione funzionale evidente, comparsa di crepitii.
3
Fase avanzata
Deformità articolari, dolore costante, disabilità funzionale significativa.
IMPATTO SULLA QUALITÀ DELLA VITA
1
Riduzione dell'autonomia
La progressiva limitazione funzionale può rendere necessaria l'assistenza per attività quotidiane.
2
Effetti psicologici
Dolore cronico e deformità articolari possono portare a depressione, isolamento sociale e ridotta autostima.
3
Disabilità
L'artrosi avanzata è una delle principali cause di disabilità fisica negli anziani.
SINTOMI PIÙ FREQUENTI
L'artrosi si manifesta con una serie di sintomi principali che variano in intensità e progressione, a seconda della gravità della malattia e delle articolazioni colpite. Questi sintomi possono essere intermittenti nelle fasi iniziali, per poi diventare più persistenti e debilitanti man mano che la malattia avanza.
1
Dolore articolare durante il movimento
Fase iniziale: Il dolore è lieve e si manifesta principalmente durante o subito dopo il movimento. È di natura meccanica, ovvero peggiora con l'attività fisica e si allevia con il riposo.
Progressione: Con il peggiorare del danno cartilagineo, il dolore diventa più persistente e può insorgere anche con attività minime, come camminare o stare in piedi per periodi prolungati.
Caratteristiche del dolore: È spesso descritto come profondo, mal localizzato e di intensità variabile. Può essere associato a cambiamenti climatici, peggiorando con il freddo o l'umidità.
Irradiazione: In alcune localizzazioni, come l'anca, il dolore può irradiarsi lungo la coscia o verso il ginocchio, rendendo più difficile identificarne l'origine.
2
Rigidità mattutina o dopo periodi di inattività
Rigidità mattutina: Dura generalmente meno di 30 minuti e tende a migliorare con il movimento. È causata dalla combinazione di alterazioni biomeccaniche e infiammazione lieve della membrana sinoviale.
Rigidità posturale: Si manifesta dopo periodi di inattività prolungata, come stare seduti per molte ore. Il movimento iniziale può risultare difficoltoso, ma porta a un miglioramento graduale.
Impatto funzionale: La rigidità riduce la capacità del paziente di iniziare le attività quotidiane, influenzando negativamente la qualità della vita.
3
Limitazione della mobilità
Perdita di ampiezza articolare: La degenerazione cartilaginea, combinata alla formazione di osteofiti e alla sclerosi ossea, provoca una progressiva riduzione del raggio di movimento.
Effetto cumulativo: La limitazione si accentua con il progredire della malattia, rendendo difficoltosi movimenti come inginocchiarsi, piegarsi o ruotare.
Impatto funzionale: Nelle articolazioni portanti, come ginocchia e anche, la riduzione della mobilità compromette la capacità di camminare, salire le scale o compiere attività lavorative.
Contratture muscolari: Possono svilupparsi come meccanismo di difesa al dolore, contribuendo ulteriormente alla limitazione funzionale.
4
Gonfiore lieve, senza arrossamento
Caratteristiche: Il gonfiore è generalmente lieve, causato da un aumento del liquido sinoviale dovuto alla reazione infiammatoria secondaria.
Assenza di arrossamento: A differenza di malattie infiammatorie primarie, come l'artrite reumatoide, l'artrosi raramente provoca arrossamento o calore nella zona colpita, salvo durante episodi di sinovite.
Distribuzione: Il gonfiore è più comune nelle articolazioni portanti (ginocchia, anche) o nelle mani, dove può essere associato alla presenza di noduli ossei (Heberden e Bouchard).
EVOLUZIONE DEI SINTOMI PIÙ FREQUENTI
Progressione dei sintomi:
  • Inizio subdolo: I sintomi iniziano in modo graduale e sono spesso sottovalutati dai pazienti.
  • Peggioramento progressivo: Con il tempo, i sintomi diventano più persistenti, interferendo con le attività quotidiane e riducendo l'autonomia del paziente.
  • Fasi di riacutizzazione: Durante episodi di maggiore stress meccanico o infiammazione, i sintomi possono peggiorare temporaneamente.
IMPATTO SULLA QUALITÀ DELLA VITA
I sintomi più frequenti, anche se inizialmente lievi, hanno un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente:
Effetti sulla vita quotidiana:
  • Limitazione funzionale: Le attività quotidiane, come vestirsi, cucinare o lavorare, possono diventare difficoltose.
  • Dolore cronico: Può portare a insonnia, affaticamento e riduzione delle capacità lavorative.
  • Effetti psicologici: La perdita di mobilità e autonomia può causare ansia, depressione e isolamento sociale.
SINTOMI MENO FREQUENTI
Nell'artrosi, oltre ai sintomi principali, possono manifestarsi segni meno comuni ma significativi, soprattutto nelle fasi avanzate o durante episodi di riacutizzazione. Questi sintomi sono spesso correlati a specifiche articolazioni o a complicanze secondarie del processo degenerativo.
1. Sensazione di instabilità articolare
Descrizione: I pazienti possono percepire un senso di instabilità nell'articolazione colpita, soprattutto durante il carico o i movimenti improvvisi. Questa sensazione è dovuta alla compromissione delle strutture articolari (cartilagine, legamenti, capsula articolare) che normalmente garantiscono la stabilità.
Articolazioni più colpite:
  • Ginocchia: L'instabilità è comune e si manifesta con episodi di cedimento o difficoltà a mantenere l'equilibrio, soprattutto su terreni irregolari.
  • Anche: La debolezza dei muscoli circostanti e il deterioramento della testa del femore possono contribuire alla sensazione di instabilità.
Cause sottostanti:
  • Degenerazione avanzata della cartilagine.
  • Perdita di integrità legamentosa o deformità articolari.
  • Riduzione della propriocezione dovuta a cambiamenti articolari.
Conseguenze: La paura di cadere e l'effettivo rischio di lesioni possono limitare ulteriormente la mobilità e l'autonomia del paziente.
2. Tumefazioni evidenti nelle fasi acute
Descrizione: Sebbene il gonfiore sia solitamente lieve nell'artrosi, in alcune fasi acute o durante episodi di riacutizzazione può diventare più evidente e doloroso.
Caratteristiche cliniche:
  • La tumefazione può essere circoscritta all'articolazione colpita o diffusa nei tessuti molli circostanti.
  • Non è accompagnata da arrossamento intenso, come accade nelle malattie infiammatorie primarie, ma può essere associata a lieve calore locale.
Cause:
  • Sinovite reattiva: Infiammazione della membrana sinoviale indotta dalla liberazione di frammenti cartilaginei.
  • Accumulo di liquido sinoviale: L'aumento della produzione di liquido sinoviale è una risposta all'infiammazione o al sovraccarico articolare.
Articolazioni più colpite:
  • Ginocchia: Gonfiore visibile, con difficoltà a piegare o estendere completamente l'articolazione.
  • Mani: Noduli ossei associati a gonfiore nelle articolazioni interfalangee.
3. Arrossamento o calore locale
Descrizione: Sebbene meno frequenti, l'arrossamento e il calore locale possono manifestarsi durante episodi di riacutizzazione, indicando un processo infiammatorio secondario.
Caratteristiche cliniche:
  • Arrossamento: Limitato, localizzato attorno all'articolazione colpita, spesso meno intenso rispetto ad altre malattie infiammatorie come l'artrite reumatoide.
  • Calore locale: Sensazione di aumento della temperatura cutanea, indicativa di una lieve infiammazione dei tessuti molli o della membrana sinoviale.
Cause sottostanti:
  • Riacutizzazione di una sinovite cronica.
  • Microtraumi che stimolano una risposta infiammatoria transitoria.
Differenze con altre condizioni: A differenza delle artriti infiammatorie, l'arrossamento e il calore sono generalmente meno intensi e transitori.
SINTOMI ASSOCIATI RARI
In alcuni casi, l'artrosi può essere associata a manifestazioni atipiche, come:
  • Blocco articolare: Episodi transitori in cui l'articolazione non può essere mobilizzata, spesso a causa di frammenti di cartilagine o osso intrarticolari.
  • Dolore irradiato: Soprattutto nelle articolazioni dell'anca e della colonna vertebrale, il dolore può essere percepito in aree lontane dalla sede principale (es. ginocchio o gamba).
  • Atrofia muscolare: Nelle fasi avanzate, l'atrofia dei muscoli circostanti l'articolazione è una conseguenza della riduzione del movimento e del disuso.
IMPATTO CLINICO DEI SINTOMI MENO FREQUENTI
Questi sintomi possono complicare il quadro clinico dell'artrosi, aumentando il dolore e la disabilità. Sebbene meno comuni, il loro riconoscimento è fondamentale per differenziare l'artrosi da altre condizioni e per impostare un trattamento adeguato, specialmente nei casi di sinovite acuta o instabilità articolare.
SEGNI OBIETTIVI DELLA MALATTIA
I segni obiettivi dell'artrosi rappresentano le manifestazioni cliniche e radiologiche osservabili durante l'esame fisico o attraverso indagini diagnostiche. Questi segni sono fondamentali per confermare la diagnosi e valutare la gravità della malattia, oltre a differenziarla da altre condizioni articolari.
1. Deformità visibili
  • Noduli di Heberden: Protuberanze ossee che si formano a livello delle articolazioni interfalangee distali (più vicine alla punta delle dita). Sono un segno distintivo dell'artrosi delle mani e possono essere dolorosi nelle fasi iniziali.
  • Noduli di Bouchard: Simili ai noduli di Heberden, ma localizzati nelle articolazioni interfalangee prossimali (più vicine alla base delle dita).
  • Deformità assiali:
  • Ginocchio varo: Deformità in cui le ginocchia si piegano verso l'esterno, tipica dell'usura della cartilagine interna.
  • Ginocchio valgo: Deformità con inclinazione verso l'interno, dovuta a un'usura asimmetrica della cartilagine esterna.
  • Deformità nelle anche: Accorciamento dell'arto colpito nelle fasi avanzate, con alterazione del carico biomeccanico.
  • Colonna vertebrale: Alterazioni strutturali come la rettificazione della lordosi lombare o cervicale, associate a rigidità e dolori.
2. Riduzione dello spazio articolare alla radiografia
  • Descrizione: La perdita della cartilagine articolare provoca una riduzione dello spazio tra i capi ossei, visibile come restringimento dello spazio articolare nelle immagini radiografiche.
  • Significato clinico: Questo segno è un marker fondamentale di progressione dell'artrosi. La riduzione dello spazio è spesso asimmetrica e correlata alla gravità dei sintomi.
  • Articolazioni più colpite:
  • Ginocchia e anche: Spazio articolare ridotto in modo asimmetrico.
  • Mani: Visibile soprattutto nelle articolazioni interfalangee.
3. Presenza di osteofiti
  • Descrizione: Gli osteofiti sono escrescenze ossee che si formano ai margini delle articolazioni come tentativo di compensare l'instabilità e la perdita di cartilagine.
  • Manifestazioni cliniche:
  • Possono essere palpabili come protuberanze dure intorno alle articolazioni.
  • Spesso causano limitazione del movimento e dolore meccanico durante l'attività fisica.
  • Osservazioni radiologiche: Gli osteofiti sono facilmente identificabili alla radiografia come proiezioni ossee anomale ai margini articolari.
4. Sclerosi subcondrale
  • Descrizione: L'osso subcondrale diventa più denso e rigido in risposta all'aumentato carico meccanico. Questo ispessimento è visibile come un'area bianca più marcata alla radiografia.
  • Significato clinico: La sclerosi riduce l'elasticità dell'osso, aumentando il dolore durante il movimento e contribuendo alla rigidità articolare.
5. Altri segni radiologici e strumentali
  • Cisti ossee: Piccole cavità piene di liquido che si formano nell'osso subcondrale, visibili alla radiografia o alla risonanza magnetica. Sono un segno di danno avanzato.
  • Anomalie articolari generali: Asimmetria, modifiche dell'allineamento osseo e restringimento del raggio di movimento osservabili durante l'esame fisico.
  • Alterazioni del liquido sinoviale: Durante un'eventuale artrocentesi (aspirazione del liquido articolare), il liquido può apparire trasparente ma con un volume aumentato, indicando infiammazione lieve.
SEGNI CLINICI SPECIFICI PER LOCALIZZAZIONE
Ginocchia:
  • Gonfiore lieve o moderato.
  • Deformità varo-valgo.
  • Crepitii durante il movimento.
Anche:
  • Ridotta capacità di rotazione e flessione.
  • Dolore localizzato all'inguine o irradiato verso la coscia.
Mani:
  • Noduli ossei palpabili (Heberden e Bouchard).
  • Deformità visibili che compromettono la presa.
Colonna vertebrale:
  • Alterazioni delle curve fisiologiche (rettificazione).
  • Spondiloartrosi con osteofiti che comprimono le radici nervose.
IMPORTANZA DEI SEGNI OBIETTIVI
I segni obiettivi sono essenziali per:
  • Diagnosi: Confermare la presenza di artrosi e determinarne la gravità.
  • Prognosi: Valutare il potenziale impatto sulla funzione articolare e sulla qualità della vita.
  • Differenziazione: Distinguere l'artrosi da altre condizioni articolari (es. artrite reumatoide, spondiloartrite).
COMPLICANZE
Disabilità permanente
Le complicanze dell'artrosi derivano dalla progressione della malattia, che porta a danni strutturali irreversibili, compromissione funzionale e, in alcuni casi, gravi ripercussioni sulla qualità della vita. Queste complicanze si manifestano soprattutto nelle fasi avanzate, quando i trattamenti conservativi non sono più sufficienti a controllare i sintomi e a mantenere la funzionalità articolare. L'artrosi avanzata può portare a una significativa riduzione della mobilità articolare, rendendo difficili o impossibili le attività quotidiane. La combinazione di dolore cronico, rigidità, deformità articolari e perdita della cartilagine contribuisce alla limitazione dei movimenti. Le difficoltà comprendono: problemi a salire le scale, camminare su lunghe distanze o mantenere l'equilibrio; incapacità di compiere movimenti essenziali come inginocchiarsi, sollevare oggetti o eseguire lavori manuali; riduzione dell'autonomia nelle attività personali, come vestirsi, cucinare, lavarsi. La disabilità può portare a isolamento sociale, depressione e riduzione dell'autostima.
Fratture patologiche
L'artrosi avanzata aumenta il rischio di fratture nelle articolazioni colpite e nelle ossa circostanti. Cause principali: instabilità articolare: la perdita di stabilità dovuta a deformità e debolezza muscolare aumenta il rischio di cadute; sclerosi subcondrale: l'osso subcondrale diventa più fragile e rigido, riducendo la sua capacità di assorbire gli urti; atrofia muscolare: la riduzione del tono muscolare attorno alle articolazioni contribuisce a un supporto inadeguato. Articolazioni più a rischio: anche: fratture del collo del femore, particolarmente comuni negli anziani con artrosi avanzata; colonna vertebrale: fratture da compressione nelle vertebre; ginocchia: fratture periarticolari dovute a sovraccarico meccanico. Le fratture possono portare a una completa immobilità temporanea o permanente, con un significativo peggioramento della qualità della vita.
Dolore cronico
Il dolore cronico è una complicanza comune nelle fasi avanzate dell'artrosi, spesso resistente ai trattamenti convenzionali. Caratteristiche: il dolore diventa persistente, presente sia durante l'attività fisica che a riposo; può interferire con il sonno e causare affaticamento cronico; è spesso amplificato da processi infiammatori secondari e dalla presenza di osteofiti. Il dolore cronico non controllato può compromettere ulteriormente la mobilità e portare a disturbi psicosociali, come ansia e depressione.
Rischio di instabilità articolare
L'instabilità articolare è una complicanza che aumenta il rischio di cadute e traumi. La combinazione di perdita della cartilagine, deformità e debolezza muscolare rende difficoltoso mantenere una postura stabile. Questo fenomeno è particolarmente problematico nelle articolazioni portanti, come ginocchia e anche.
Deformità gravi
Le deformità articolari, come il ginocchio varo o valgo e i noduli ossei delle mani, possono diventare invalidanti. Limitano la mobilità e l'uso delle mani per attività di precisione, come scrivere o afferrare oggetti.
Impatto psicologico e sociale
Isolamento sociale: la riduzione della mobilità e della capacità di partecipare alle attività quotidiane può portare al ritiro sociale. Depressione: la cronicità del dolore e la perdita di autonomia possono avere un forte impatto psicologico. Riduzione della qualità della vita: la combinazione di dolore, disabilità e isolamento porta a una significativa riduzione del benessere complessivo.
DECORSO CLINICO ED EVOLUZIONE
1
Fase iniziale
L'artrosi è una malattia cronica e progressiva, il cui decorso varia notevolmente da paziente a paziente in termini di velocità e gravità. La malattia evolve attraverso tre fasi principali, ciascuna caratterizzata da manifestazioni cliniche e funzionali specifiche. L'evoluzione dipende da diversi fattori, tra cui la localizzazione dell'artrosi, i fattori predisponenti (es. obesità, traumi) e l'efficacia del trattamento.
  • Dolore intermittente, generalmente lieve, che si manifesta durante o dopo l'attività fisica.
  • Assenza di dolore a riposo.
  • Rigidità articolare mattutina di breve durata (inferiore a 15-30 minuti).
  • Assenza di deformità visibili o limitazioni funzionali significative.
Segni clinici: Spesso assenti o lievi, come gonfiore non evidente e crepitii articolari iniziali.
Impatto funzionale: In questa fase il paziente può ignorare i sintomi, sottovalutandoli come un normale segno di invecchiamento o di affaticamento.
Obiettivi terapeutici: Rallentare la progressione della malattia attraverso modifiche dello stile di vita, controllo del peso e gestione del carico articolare.
2
**Fase intermedia
  • Dolore più persistente, che può comparire anche con attività leggere e che si riduce solo parzialmente con il riposo.
  • Comparsa di rigidità articolare più marcata, sia mattutina sia dopo periodi di inattività prolungata.
  • Progressiva limitazione funzionale: Riduzione dell'ampiezza dei movimenti articolari e difficoltà nell'eseguire attività quotidiane come inginocchiarsi, camminare o salire le scale.
  • Episodi di gonfiore articolare, spesso correlati a sinovite reattiva.
Segni clinici: Deformità iniziali, come noduli di Heberden e Bouchard nelle mani, o alterazioni dell'asse articolare (es. ginocchio varo o valgo).
Impatto funzionale: Il paziente inizia a sperimentare limitazioni significative, con una ridotta capacità di svolgere attività lavorative o ricreative.
Obiettivi terapeutici: Ridurre il dolore, mantenere la funzionalità articolare e prevenire ulteriori danni attraverso terapie farmacologiche (FANS, analgesici), fisioterapia e interventi non farmacologici (es. esercizio fisico mirato).
3
Fase avanzata
  • Dolore cronico e persistente, presente anche a riposo e durante la notte.
  • Rigidità severa, con limitazioni significative dei movimenti.
  • Deformità articolari evidenti, spesso associate a instabilità (es. cedimento del ginocchio) e difficoltà a mantenere l'equilibrio.
Segni clinici: Presenza di osteofiti palpabili, deformità assiali marcate (ginocchio varo o valgo), accorciamento dell'arto interessato (nell'artrosi dell'anca).
Impatto funzionale: Grave compromissione della mobilità, con possibile necessità di supporti per camminare (bastone, deambulatore) o di assistenza nelle attività quotidiane.
Complicanze: Disabilità permanente, rischio di fratture patologiche e isolamento sociale dovuto alla perdita di autonomia.
Obiettivi terapeutici: Migliorare la qualità della vita, controllare il dolore cronico e considerare interventi chirurgici, come l'artroplastica, nei casi più gravi.
Evoluzione Clinica
1
Progressione lenta e graduale
In molti pazienti, i sintomi progrediscono nel corso di anni o decenni, con un peggioramento costante ma non lineare.
2
Fasi di riacutizzazione
Episodi temporanei di aggravamento dei sintomi, spesso scatenati da sovraccarico articolare, traumi minori o cambiamenti climatici (freddo e umidità).
3
Fasi di remissione
In alcuni casi, i sintomi possono migliorare temporaneamente, specialmente in risposta a trattamenti farmacologici o non farmacologici.
4
Fattori che influenzano il decorso
  • Età e fattori genetici: La progressione è spesso più rapida nei pazienti anziani o con una predisposizione familiare.
  • Comorbidità: La presenza di obesità, diabete o malattie reumatiche accelera il decorso clinico.
  • Interventi terapeutici: Un trattamento tempestivo e personalizzato può rallentare significativamente la progressione e migliorare la qualità della vita.
DIAGNOSI
Diagnosi clinica
La diagnosi dell'artrosi si basa su un approccio multidisciplinare che combina anamnesi accurata, esame fisico approfondito e strumenti diagnostici specifici. L'obiettivo principale è confermare la presenza della malattia, valutarne la gravità e differenziarla da altre condizioni articolari che possono avere sintomi sovrapponibili, come l'artrite reumatoide o la gotta.
  • Anamnesi: Raccogliere informazioni dettagliate sull'insorgenza, l'evoluzione e le caratteristiche dei sintomi.
  • Esame fisico: Ispezione, palpazione, valutazione funzionale e ricerca di segni specifici.
Diagnosi strumentale
  • Radiografia standard (Rx): Esame di prima linea per la diagnosi di artrosi.
  • Risonanza Magnetica (RM): Indicata per casi selezionati, soprattutto nelle fasi iniziali.
  • Ecografia articolare: Strumento complementare per valutare liquido sinoviale e tessuti molli.
  • Tomografia Computerizzata (TC): Indicata in casi complessi per valutazione dettagliata della morfologia ossea.
Diagnosi laboratoristica
Gli esami di laboratorio non sono specifici per l'artrosi, ma sono utili per escludere altre patologie articolari:
  • Analisi del sangue: Esami per escludere artrite reumatoide, gotta e valutare marker di infiammazione.
  • Analisi del liquido sinoviale: Indicata in caso di sospetto di artrite infettiva o gotta.
Importanza della diagnosi precoce
Una diagnosi precoce permette di:
  • Rallentare la progressione della malattia.
  • Migliorare la qualità della vita del paziente.
  • Impostare un trattamento personalizzato che combini terapie farmacologiche, riabilitative e, nei casi avanzati, chirurgiche.
DIAGNOSI DIFFERENZIATA
La diagnosi differenziale dell'artrosi è fondamentale per distinguere questa patologia degenerativa da altre condizioni articolari che possono presentare sintomi simili, come dolore articolare, rigidità o gonfiore. Una diagnosi accurata consente di evitare trattamenti inappropriati e di impostare una gestione mirata. Di seguito vengono approfondite le principali condizioni da considerare nella diagnosi differenziale.
1. Artrite reumatoide
Caratteristiche cliniche:
  • Dolore e gonfiore articolare di tipo infiammatorio, presente anche a riposo e spesso più intenso al mattino.
  • Rigidità mattutina prolungata (>1 ora), contrariamente all'artrosi, dove è più breve (<30 minuti).
  • Simmetria del coinvolgimento articolare, tipicamente colpisce articolazioni come mani, polsi e piedi.
  • Presenza di segni sistemici: stanchezza, febbre lieve e perdita di peso.
Esami diagnostici:
  • Esami del sangue: Fattore reumatoide (FR) positivo nel 70-80% dei casi, anticorpi anti-citrullina (anti-CCP) altamente specifici.
  • Radiografie: Erosioni ossee e perdita dello spazio articolare con margini netti, a differenza dell'artrosi dove sono presenti osteofiti e sclerosi.
Differenze principali: L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune sistemica, caratterizzata da infiammazione cronica e coinvolgimento simmetrico, mentre l'artrosi è una patologia meccanico-degenerativa.
2. Spondiloartriti
Caratteristiche cliniche:
  • Dolore lombare infiammatorio, presente a riposo e migliorato con l'attività fisica.
  • Coinvolgimento articolare asimmetrico, soprattutto delle articolazioni sacroiliache e delle articolazioni periferiche grandi (es. anche e ginocchia).
  • Manifestazioni extra-articolari: Uveite, psoriasi, malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa).
Esami diagnostici:
  • Radiografie: Sacroileite (infiammazione delle articolazioni sacroiliache), entesopatia (infiammazione delle entesi, dove tendini e legamenti si attaccano all'osso).
  • Marker genetici: HLA-B27 positivo nella maggior parte dei casi.
Differenze principali: Le spondiloartriti sono patologie infiammatorie che colpiscono prevalentemente giovani adulti, con dolore infiammatorio e coinvolgimento della colonna vertebrale, mentre l'artrosi è legata all'età e ha una distribuzione articolare diversa.
3. Gotta
Caratteristiche cliniche:
  • Dolore acuto, improvviso e intenso, spesso descritto come "esplosivo", che colpisce tipicamente l'articolazione metatarso-falangea dell'alluce (podagra).
  • Gonfiore, arrossamento e calore marcati, accompagnati da estrema sensibilità al tocco.
  • Episodi ricorrenti che, se non trattati, possono evolvere in gotta cronica con formazione di tofi (depositi di cristalli di urato).
Esami diagnostici:
  • Analisi del liquido sinoviale: Presenza di cristalli di urato monosodico, birifrangenti negativi alla microscopia polarizzata.
  • Acido urico sierico: Spesso elevato, ma può essere normale durante un attacco acuto.
Differenze principali: La gotta è caratterizzata da episodi acuti di artrite infiammatoria con coinvolgimento monoarticolare, a differenza dell'artrosi, che è cronica e meccanica.
4. Osteoporosi
Caratteristiche cliniche:
  • Generalmente asintomatica fino a quando non si verificano fratture patologiche (es. femore, vertebre, polso).
  • Dolore osseo o deformità, soprattutto nella colonna vertebrale (es. cifosi progressiva).
Esami diagnostici:
  • Densitometria ossea (DEXA): Riduzione della densità minerale ossea (T-score ≤ -2,5).
  • Marker ossei: Aumento del turnover osseo (es. fosfatasi alcalina, telopeptide C-terminali).
Differenze principali: L'osteoporosi è una malattia sistemica che colpisce la densità ossea e predispone a fratture, mentre l'artrosi è localizzata e interessa le articolazioni.
ALTRE CONDIZIONI DA ESCLUDERE
1. Artrite settica:
  • Infezione articolare acuta, caratterizzata da dolore severo, gonfiore, calore e febbre.
  • Necessaria l'analisi del liquido sinoviale per identificare agenti infettivi.
2. Artrite psoriasica:
  • Associata alla psoriasi cutanea, con coinvolgimento asimmetrico delle articolazioni e deformità tipiche.
3. Pseudogotta:
  • Simile alla gotta, ma causata da cristalli di pirofosfato di calcio.
  • Coinvolge frequentemente le articolazioni del ginocchio e del polso.
IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE
La diagnosi differenziale consente di:
  • Evitare trattamenti inadeguati che potrebbero aggravare la condizione del paziente.
  • Individuare eventuali comorbidità che richiedono un approccio terapeutico combinato.
  • Personalizzare il piano di gestione terapeutica per migliorare la qualità della vita del paziente.
TRATTAMENTO E TERAPIA
Trattamento non farmacologico
La gestione dell'artrosi richiede un approccio multimodale, combinando trattamenti non farmacologici, farmacologici e, nei casi avanzati, interventi chirurgici. L'obiettivo principale è alleviare il dolore, migliorare la funzionalità articolare e rallentare la progressione della malattia.
Gli interventi non farmacologici costituiscono la base del trattamento dell'artrosi, poiché mirano a ridurre il carico articolare, migliorare la mobilità e potenziare la muscolatura circostante.
  • Fisioterapia e riabilitazione
  • Esercizio fisico
  • Controllo del peso
  • Modifiche dello stile di vita
Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico è mirato alla gestione del dolore e dell'infiammazione, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente.
  • Paracetamolo
  • Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS)
  • Infiltrazioni intra-articolari
  • Analgesici oppioidi
Trattamento chirurgico
Nei casi avanzati o quando i trattamenti conservativi non sono più efficaci, può essere necessario ricorrere a interventi chirurgici:
  • Artroplastica (protesi articolare)
  • Osteotomia
  • Artroscopia
  • Artrodesi (fusione articolare)
APPROCCIO PERSONALIZZATO
1
Gravità dell'artrosi (lieve, moderata, grave).
2
Età e stile di vita del paziente.
3
Presenza di comorbidità (es. obesità, diabete).
4
Preferenze personali e aspettative del paziente.
PROGNOSI
L'artrosi è una malattia cronica e progressiva che, in assenza di trattamento, tende a peggiorare nel tempo, portando a un progressivo deterioramento della funzionalità articolare. Tuttavia, grazie agli interventi terapeutici disponibili, la progressione della malattia può essere rallentata e i sintomi gestiti in modo efficace, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.
1. Progressione della malattia
Decorso clinico variabile:
  • La velocità di progressione dell'artrosi dipende da numerosi fattori, tra cui l'articolazione colpita, la presenza di fattori di rischio (es. obesità, traumi) e la tempestività del trattamento.
  • In alcuni casi, il deterioramento è lento e graduale, consentendo ai pazienti di adattarsi progressivamente. In altri, la malattia può avanzare rapidamente, portando a gravi limitazioni funzionali.
Fasi della progressione:
  • Fase iniziale: Sintomi lievi e sporadici, spesso sottovalutati.
  • Fase intermedia: Peggioramento del dolore, rigidità e limitazione funzionale.
  • Fase avanzata: Deformità articolari, dolore cronico e disabilità permanente.
2. Fattori prognostici
La prognosi dell'artrosi è influenzata da:
  • Età: La malattia tende a progredire più rapidamente nei pazienti anziani, con una maggiore probabilità di complicanze.
  • Articolazioni coinvolte: L'artrosi delle articolazioni portanti (ginocchia, anche) ha un impatto prognostico più grave rispetto a quella delle mani, poiché compromette la deambulazione e le attività quotidiane.
  • Obesità: La perdita di peso migliora significativamente la prognosi, riducendo il carico sulle articolazioni.
  • Sovraccarico articolare: Ridurre le attività che stressano le articolazioni aiuta a rallentare la progressione.
  • Trattamento precoce: L'identificazione e il trattamento tempestivo dei sintomi migliorano notevolmente la prognosi, prevenendo danni articolari irreversibili.
3. Qualità della vita
  • Impatto sulla funzionalità: L'artrosi può compromettere progressivamente la capacità del paziente di svolgere attività quotidiane, lavorative e ricreative.
  • Gestione dei sintomi: Con una gestione adeguata, molti pazienti possono mantenere un buon livello di mobilità e indipendenza per anni.
  • Effetti psicologici: Dolore cronico e disabilità possono portare a isolamento sociale, ansia e depressione. È fondamentale un supporto psicologico nei pazienti con sintomi avanzati.
4. Interventi terapeutici e loro impatto sulla prognosi
Trattamenti non chirurgici:
  • Fisioterapia ed esercizio: Possono rallentare la progressione e migliorare la funzionalità articolare, specialmente nelle fasi iniziali e intermedie.
  • Infiltrazioni: Le infiltrazioni di corticosteroidi e acido ialuronico possono alleviare i sintomi per periodi prolungati, ritardando la necessità di interventi chirurgici.
Trattamenti chirurgici:
  • Artroplastica (sostituzione articolare):
  • Indicata nei casi avanzati, consente di ripristinare parzialmente o totalmente la funzionalità articolare.
  • I tassi di successo sono elevati, con miglioramento significativo della qualità della vita nel 90% dei pazienti.
  • Osteotomia: Intervento correttivo che può ritardare la necessità di una protesi articolare.
  • Artrodesi: Nei casi estremi, garantisce stabilità eliminando il dolore ma a costo della mobilità articolare.
5. Prospettive future
Ricerca e innovazioni terapeutiche:
  • Terapie biologiche come il PRP (plasma ricco di piastrine) e le cellule staminali stanno mostrando risultati promettenti nel rallentare la progressione dell'artrosi e migliorare la rigenerazione cartilaginea.
  • Lo sviluppo di farmaci che mirano a proteggere e riparare la cartilagine (condroprotettori) potrebbe trasformare radicalmente la gestione della malattia.
Tecnologie chirurgiche avanzate:
  • L'uso della chirurgia robotica e delle protesi personalizzate migliora i risultati funzionali e riduce i tempi di recupero.
6. Aspetti a lungo termine
L'artrosi non ha una cura definitiva, ma con trattamenti adeguati è possibile:
  • Controllare il dolore cronico.
  • Rallentare il deterioramento articolare.
  • Mantenere la qualità della vita e la capacità di svolgere attività quotidiane.
Nei casi avanzati, la chirurgia rappresenta una soluzione efficace per recuperare la mobilità e ridurre il dolore, sebbene non sia in grado di ripristinare completamente una funzione articolare normale.
Progressione nel tempo
L'artrosi è una malattia cronica e progressiva che tende a peggiorare nel tempo, ma la velocità di progressione può variare significativamente tra i pazienti.
Interventi terapeutici
Grazie agli interventi terapeutici disponibili, la progressione della malattia può essere rallentata e i sintomi gestiti in modo efficace, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Prospettive future
La ricerca e le innovazioni terapeutiche, come le terapie biologiche e le tecnologie chirurgiche avanzate, offrono nuove speranze per migliorare la gestione dell'artrosi nel lungo termine.
Punti Chiave sull'Artrosi
1. Definizione e impatto clinico
L'artrosi è la patologia articolare più comune al mondo e rappresenta una delle principali cause di dolore cronico e disabilità, specialmente nella popolazione anziana. Si tratta di una malattia cronica e degenerativa che colpisce prevalentemente le articolazioni mobili (diartrosi), determinando una progressiva perdita della cartilagine articolare e alterazioni delle strutture ossee e periarticolari.
2. Importanza della diagnosi precoce
Una diagnosi precoce è essenziale per rallentare la progressione della malattia e preservare la funzionalità articolare. Gli strumenti diagnostici comprendono:
  • Clinica: Anamnesi ed esame fisico per identificare dolore meccanico, rigidità e limitazioni funzionali.
  • Strumentale: Radiografie per evidenziare riduzione dello spazio articolare, osteofiti e sclerosi subcondrale.
  • Differenziale: Escludere altre patologie articolari come artrite reumatoide, gotta e spondiloartriti attraverso esami laboratoristici e imaging.
3. Gestione multimodale e personalizzata
La gestione dell'artrosi deve essere personalizzata in base alla gravità della malattia, all'articolazione interessata e alle esigenze del paziente.
Trattamenti non farmacologici:
  • Controllo del peso per ridurre il carico articolare.
  • Fisioterapia per migliorare la forza muscolare e la mobilità.
  • Esercizio fisico a basso impatto (nuoto, ciclismo) per mantenere la funzionalità.
Trattamenti farmacologici:
  • Paracetamolo e FANS per la gestione del dolore.
  • Infiltrazioni di corticosteroidi o acido ialuronico per alleviare i sintomi localizzati.
Trattamenti chirurgici: Artroplastica per i casi avanzati con dolore cronico e disabilità significativa.
4. Progressione della malattia
L'artrosi è una malattia progressiva, il cui decorso può variare:
  • Fase iniziale: Sintomi lievi, principalmente dolore durante l'attività fisica.
  • Fase intermedia: Rigidità, limitazione funzionale e dolore più persistente.
  • Fase avanzata: Deformità articolari, instabilità e disabilità permanente.
Sebbene la progressione sia inevitabile, un trattamento tempestivo può rallentare il deterioramento e migliorare la qualità della vita.
5. Impatto sulla qualità della vita
L'artrosi non colpisce solo le articolazioni, ma può avere un impatto profondo sulla vita del paziente:
  • Limitazione delle attività quotidiane (es. camminare, vestirsi, cucinare).
  • Dolore cronico che influisce sul sonno e sul benessere generale.
  • Effetti psicologici, come ansia, depressione e isolamento sociale.
6. Innovazioni terapeutiche e prospettive future
Le nuove opzioni terapeutiche, come le infiltrazioni di PRP (plasma ricco di piastrine) e le terapie con cellule staminali, stanno mostrando risultati promettenti nel rallentare la progressione e favorire la rigenerazione della cartilagine.
Le tecnologie chirurgiche avanzate, come la chirurgia robotica e le protesi personalizzate, stanno migliorando i risultati funzionali e riducendo i tempi di recupero.
7. Punti strategici per la gestione dell'artrosi
  • Prevenzione primaria: Mantenere un peso corporeo sano, evitare traumi articolari e promuovere uno stile di vita attivo.
  • Prevenzione secondaria: Identificazione precoce dei sintomi e intervento tempestivo per prevenire danni irreversibili.
  • Educazione del paziente: Informare i pazienti sull'importanza di adottare uno stile di vita salutare e aderire ai trattamenti prescritti.
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